Intervista alla scialpinista Martina Valmassoi

    Come nasce un primato? Con una maniacale attenzione ad ogni dettaglio, una pianificazione meticolosa e con un team pronto a intervenire in caso di qualunque imprevisto… e se invece bastasse una semplice idea? Martina ci racconta come il desiderio di testare i propri limiti si è trasformato ben presto in un record mondiale!
    La scialpinista Martina Valmassoi
    Martina Valmassoi è un'atleta del team scialpinismo di SCARPA con cui prova e sviluppa nuovi prodotti. Foto di Paolo Sartori

    Martina, da quanto tempo pratichi scialpinismo a livello professionale? Come hai iniziato?

    Ho cominciato a 3 anni con lo sci di fondo insieme ai miei genitori che mi portavano spesso a fare sport. Verso i 17 iniziavo ad essere però un po’ stufa e non mi ritenevo particolarmente brava… Mia mamma si era buttata da poco nel mondo dello scialpinismo e, dopo un corso e circa un anno di pratica, sono entrata a far parte della nazionale italiana, facilitata dal fatto che 12-13 anni fa c’erano molte meno persone - e donne - che praticavano questo sport. Ne è nata una grande passione che mi ha permesso di partecipare a varie coppe del mondo (ISMF World Cup) fino al 2017 con i mondiali di scialpinismo ad Alpago.

    Qual è la cosa che più ami dello scialpinismo? E del trail running?

    Scialpinismo e trail running sono sport simili: il primo è un po’ più difficile per via dei rischi e dei limiti fisici che impongono la neve e la montagna, ma la cosa che li accomuna è l’estrema libertà che mi regalano: non bisogna per forza seguire tabelle o allenamenti particolari; esco di casa e decido dove andare; e più sono allenata, più cose riesco a fare, e più sono contenta!

    Com'è nata l'idea del record di dislivello positivo con gli sci da scialpinismo in 24 ore?

    È un’idea nata un po’ per caso a gennaio 2021: la stagione era bellissima e sciavo praticamente tutti i giorni. Mi sentivo super allenata e mi è venuta la curiosità di sapere se sarei riuscita a stare in giro 24 ore! Sì, sembra assurdo, ma l'idea non mi passava e ne ho parlato con l’Athlete Manager di SCARPA per capire come organizzare questo tentativo di record...

    Lo rifaresti per provare a migliorarti?

    In realtà non avevo in testa il desiderio di fare un record ma volevo capire come sarei stata in grado di gestire la situazione e se ce l’avessi fatta ad arrivare alle 24 ore. Il record era secondario. Prima di questo tentativo la mia gara più lunga era stata a Chamonix: 90km di corsa in 13 ore.. un bel po' prima di arrivare alle 24! La mia paura principale era di avere problemi con gli scarponi da gara perché non sono pensati per stare in giro così a lungo e, per quanto siano comodi, il dubbio restava. Ho usato lo scarpone da scialpinismo SCARPA Alien 3 e, nel momento in cui ho iniziato a sentire male al piede, è stato sufficiente cambiare calzini. Tant’è che alla fine sono rimasta stupita e contentissima: temevo di distruggermi i piedi e invece nulla! Ovviamente non erano al massimo della forma ma hanno retto bene.

    Scarpa F1 LT - scarpone scialpinismo - donna
    Scarpa F1 LT - scarpone scialpinismo - donna
    Scarpa F1 Woman 20/21 - scarpone scialpinismo - donna
    Scarpa F1 Woman 20/21 - scarpone scialpinismo - donna
    Scarpa Gea RS - scarpone scialpinismo - donna
    Scarpa Gea - scarpone da scialpinismo - donna
    Scarpa Gea - scarpone da scialpinismo - donna

    Se dovessi riprovare lo farei con un altro spirito e sono convinta che sia solo questione di tempo prima che qualcuno riesca a fare di meglio. Alla fine ho anche lasciato circa 16 minuti perché avevo solo voglia di festeggiare (ride) ma sono contentissima del risultato.
    Quindi sì, mi piacerebbe riprovare perché ora so fino a dove posso spingermi anche se non sarebbe per nulla scontato perché le condizioni sia mentali sia fisiche sarebbero diverse: sono comunque ben consapevole che in quanto a ritmo, tempo, pause, potrei fare di più.

    Durante l'impresa hai bruciato circa 20.000 kcal, quanto è importante il cibo durante sforzi del genere?

    Senza dubbio è vitale ma nel mio caso non so dirti se la mia “ricetta” sia stata perfetta. Non ho mai avuto forti crisi ma solo qualche problema di stomaco causato però dal freddo. Sugli sci è sicuramente più facile gestire l’alimentazione perché, al contrario del running, non ci sono impatti. Con me avevo dei gel a base naturale - quelli artificiali mi danno fastidio allo stomaco - che mangiavo ad ogni giro. Inoltre ogni tre ore mi sono imposta di mangiare qualcosa di vero, solido: palline di cocco, datteri e avena, minestrina calda per sostenere il freddo della notte, toast per la colazione, e poi mia madre mi ha preparato la polenta. Per davvero! (ride) Verso le 2 di notte ho visto qualcuno salire dalla pista, ed erano i miei genitori che mi portavano la polenta calda! Dalle 4 ho potuto quindi godermi la mia bella polenta!

    Tra l’altro, i miei genitori si sono fatti circa 2000m di dislivello, tra la salita del pomeriggio, il viaggio della notte e quello della mattina successiva!

    Puoi raccontarci qual è il lato migliore di essere un’atleta donna?

    Sicuramente possiamo raccontare storie diverse e dare un esempio. Il mio è sempre stato uno sport più legato al mondo maschile e in questi ultimi anni c’è stato un boom degli sport di montagna, anche grazie al lockdown. È bello che ciò abbia portato la gente ad esplorare la natura. Ovviamente lo scialpinismo non è uno sport semplice, ma ci si può avvicinare gradualmente, approcciandosi al gesto con minore rischio grazie alle salite su strade forestali, e da lì procedere. Grazie alle guide e ai corsi, chiunque può spingersi oltre, e vedo molte donne che non sono più “trascinate” in montagna dal proprio ragazzo o amico, ma talvolta il contrario! Vedo tante ragazze che vogliono esplorare e spingersi oltre il limite.

    La scialpinista Martina Valmassoi durante il record
    Martina Valmassoi non perde il sorriso nemmeno dopo ore di sforzo! Foto di Philipp Reiter

    Sei anche una content creator, e gestisci diverse pagine tra cui quella di Salomon. Ci racconti di più?

    Sono community manager di Salomon Running, che è il mio lavoro principale nonostante io sia libera professionista da tanti anni. Cercavano qualcuno in grado di correre con gli atleti, fare foto e creare contenuti, anche per le gare…e hanno trovato me! Allo stesso modo, in inverno lavoro per Scarpa durante le gare di coppa del mondo. Nonostante non sia fotografa professionista, l’ho sempre fatto, è una mia grande passione. In questo modo lavoro sia d’estate sia d’inverno, e anche se non sono fotografa “di studio”, se c’è da fare una bella sfacchinata per delle foto in montagna io ci sono sempre! (ride)

    Come ti è venuta l’idea? Parte dalla tua passione per lo sport o c’era già un interesse? Le tue pagine sono molto divertenti e spontanee!

    Ho sempre avuto la passione per la fotografia, fin da quando giravo alle medie con la mia Kodak. Dopo la scuola, durante le gare di scialpinismo, passavo parte del mio tempo libero in montagna per fare foto. Mi è sempre piaciuto, anche prima che diventasse un lavoro. E poi sono sempre stata brava a condividere quello che facevo e quello che vedevo, partendo dal mio primo sito web, e poi su Instagram. Tutto ciò mi ha portato a fare questo lavoro: correre sì, ma con una idea di quello che era un soggetto, un colpo d’occhio per la foto. Fare una scuola d’arte è sicuramente stato molto utile!

    Sei una persona molto poliedrica, hai creato anche una collezione di accessori per il trail! Ci puoi dire di più di questo "side project"?

    Ho iniziato un po’ per caso, ad un Training Camp durante un viaggio con Salomon. Ero con il mio capo, che usa molto i cappellini da ciclismo, e ne avevamo alcuni di bianchi che ho disegnato con dei pennarelli, regalandoli a tutti. Lui in particolare l’ha usato molto, finché è stato notato da un collega che mi ha spronato a continuare verso un progetto vero e proprio. Dai berretti siamo passati ai calzini, poi alle magliette, e tra poco ci saranno gli scaldacollo. Il marchio si chiama Insane Inside Design, sono tutti disegnati da me, ed è bellissimo vedere le mie creazioni indosso alla gente. Arrivare a Chamonix e vedere 200 persone con il tuo cappellino è bellissimo!

    La scialpinista Martina Valmassoi durante il tentativo di record
    È durante la notte che Martina ha incontrato le maggiori difficoltà. Foto di Philipp Reiter

    Hai un consiglio per le ragazze che si approcciano agli sport considerati “non da ragazze”?

    Il mio consiglio è quello di non lasciarsi etichettare, perché le etichette non vanno mai bene. Bisogna seguire quello che ci ispira: se una cosa ci fa paura ma siamo invogliati comunque a provare, vale la pena; se però fa solo paura è meglio di no perché in quel caso sarebbe andare contro se stessi. Qualsiasi sport può essere provato: bisogna solo iniziare e poi capire se ci piace.

    Tutti all’inizio fanno fatica: io alla prima gara di scialpinismo ho impiegato più tempo a scendere che a salire! Mi fermavo a piangere appoggiata ad ogni pianta (ride), un vero incubo. Però a forza di sbatterci la testa uno impara, migliora. Non bisogna scoraggiarsi, perché le cose non cambiano in una notte, ma se una cosa ti appassiona veramente vale la pena provarci sempre una volta in più.

    Il team del record della scialpinista Martina Valmassoi
    Il 22 Marzo 2021 Martina Valmassoi ha stabilito il nuovo record mondiale femminile di dislivello positivo in 24 ore con gli sci da scialpinismo! 17.645 m+. Foto di Philipp Reiter
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