C'era una volta il Sarner...
Signora Ladstätter, ci può raccontare come Salewa abbia deciso di utilizzare un materiale come la lana?
In Salewa abbiamo sempre preso in considerazione la storia dell'abbigliamento da montagna e dei tessuti della tradizione. Nel 2012, durante una chiacchierata con Heiner Oberrauch (proprietario e presidente del Gruppo Oberalp/Salewa), abbiamo parlato della funzione della lana e della possibilità di utilizzarla per la nostra collezione. Volevamo sperimentare l'utilizzo in montagna di stoffe "storiche" e materiali autoctoni della nostra gente.
In che senso la lana come materiale storico?
Sì, nella storia della vita in montagna, il fattore meteo è senz'altro il più importante. Le pecore accompagnano l'uomo da migliaia di anni. La Natura ha provveduto regalando a questi animali un manto di lana, a protezione non solo da neve e freddo, ma anche dal caldo. Gli uomini, a loro volta, hanno fatto tesoro di questo prezioso dono della natura. La lana è stata lavorata nelle zone di montagna di tutto il mondo e ciò avviene tutt'oggi. Esistono tre filati tradizionali realizzati con la lana con una lunga storia alle spalle: il Walker, il Loden e il Sarner. Attraverso la follatura (operazione di compattamento) con acqua calda il tessuto viene infeltrito diventando così più denso, antivento e idrorepellente. Il Loden è il tessuto tradizionale usato per proteggersi dalle intemperie in montagna. Con il Walker, invece, vengono realizzate delle giacche mediante il processo di follatura in acqua che avviene successivamente rispetto alla lavorazione a maglia. Questo tessuto rimane elastico grazie alla sua tessitura a maglia e si adatta ai movimenti proprio come il Sarner.
Quali sono le particolarità del Sarner?
La giacca in lana Sarner è originaria della Val Sarentino in Alto Adige, prende il nome dai suoi abitanti ed è tradizionalmente conosciuta come „Sarner Jangger“ (giacca degli abitanti della Val Sarentino) ma naturalmente si è diffusa anche al di fuori nella valle. Abbiamo quindi studiato la storia di questo indumento. La gente delle valli di montagna conosce da anni le proprietà della lana. La lana è una fibra intelligente: reagisce in maniera funzionale in caso di umidità, è molto traspirante, ventilata e si pulisce da sola.
Qual'è il segreto del Sarner?
Il suo segreto sta nella tecnica di filatura della lana. La lana di pecora veniva e viene tutt'oggi lavorata in maniera molto fitta, rendendola così idrorepellente e antivento. La struttura compatta (lavorazione a maglia a sinistra) e le fibre di lana tengono fuori l'aria e offrono un ottimo isolamento termico.
Come si è evoluto da Salewa il progetto Sarner?
Ci siamo confrontati con molti specialisti della lana, tra cui il maestro sarto della manifattura del Loden a Vandoies (Val Pusteria, Alto Adige), che sa proprio tutto in fatto di lana. L'idea era di ricreare il Sarner, la giacca termica dei nostri nonni, per i nostri clienti e, in questo caso, la lana è una componente essenziale. Attraverso una catena produttiva locale a km 0 servendoci dei migliori artigiani, è stata sviluppata la materia prima e il capo stesso.
Il bordo a contrasto della manica e dell'orlo della giacca sono stati ereditati dalla tradizione e dalla mano sapiente degli artigiani. Questo capo deve essere il più essenziale possibile per valorizzare al meglio la struttura ed i materiali utilizzati (lana).
Come si è arrivati a prodotto finito?
I primi prodotti sono stati creati come voce narrante di un viaggio nella tradizione. Volevamo suscitare curiosità nelle persone e accostare il tema della lana alla montagna. Ci siamo così posti la domanda "che cos'è in realtà il Sarner?". Per molti rappresenta ancora il capo d'abbigliamento preferito. È comodo da indossare, antivento, non si bagna ed è elastico. È la giacca softshell di altri tempi: protegge dal freddo ed è idrorepellente.
Che tipo di lana usa Salewa e sono stati utilizzati altri materiali?
Volevamo unire la tradizione con la funzionalità, facendo però un ulteriore passo avanti rispetto a ciò che già c'è. Abbiamo sperimentato e, sempre in collaborazione con gli specialisti della lana, siamo stati in grado di impostare la giusta tensione sui macchinari per la filatura, creando così il giusto spessore. Utilizziamo un filato di lana riciclata prodotto a Prato in Toscana, centro di riciclo di questo materiale per eccellenza. Noi puntiamo alla sostenibilità e vogliamo sviluppare sempre di più la cultura del riuso. Lo sviluppo del tessuto a maglia a 2 strati (maglia di lana all'esterno, jersey di viscosa all'interno) conferisce al capo elasticità, comfort e forma. Il tessuto non si piega e non perde la sua forma. La parte in jersey di viscosa viene incollata attraverso un processo particolare durante il quale vengono lasciati dei piccoli spazi per l'aria, così il nostro Sarner ottiene il suo caratteristico volume e drappeggio.
Parola d'ordine: cappuccio
La giacca in lana Sarner di Salewa è dotata di cappuccio sia nella versione da donna, che da uomo. Questo dettaglio conferisce uno stile più sportivo, aspetto importante, soprattutto quando si lavora con elementi della tradizione come la struttura.
Parola d'ordine: lana riciclata
Come già accennato, utilizziamo lana riciclata ottenuta da lana usata che viene sminuzzata, pettinata e rifilata. Questa viene divisa per colori, in modo da evitare qualsiasi processo di ritinteggiatura. Le fibre di lana così accorciate vengono rinforzate e stabilizzate da un filo di poliammide. Il produttore del nostro filato è certificato dal Global Recycle Standard (GRS).
Dove vengono realizzate queste giacche?
L'assemblaggio finale, così come le fasi di filatura, tessitura e cucitura, avviene in Italia in fabbriche locali.
Qual'è la filosofia che risiede nel Sarner di Salewa?
Con il Sarner si ha la sensazione di essere più vicini alla cultura popolare e alla montagna, con un capo che ben si adatta all'uso quotidiano. La nostra idea era quella di portare con noi la tradizione del passato, il senso di appartenenza al marchio e alla nostra patria intesa come luogo a cui apparteniamo, le montagne, le Dolomiti, le Alpi, e di esprimerla e raccontarla. Vogliamo rendere la gente entusiasta per la montagna.