Salewa - Traversata Invernale delle Tre Cime, Simon Gietl in solitaria
Il momento giusto
Alcuni progetti, soprattutto quelli più rischiosi, richiedono molto tempo e un'organizzazione meticolosa. Oltre alla preparazione fisica, l'approccio psicologico è fondamentale per il successo di una scalata. Per ben quattro anni la traversata in solitaria delle Tre Cime ha ronzato nella testa di Gietl, finché non è arrivato il momento giusto.
La traversata in solitaria delle Tre Cime di Lavaredo
Il percorso si è svolto in quest'ordine: Cima Ovest (2.973 m), Cima Grande (2.999 m), Cima Piccola (2.857 m), Punta Frida (2.792 m), Cima Piccolissima (2.700 m) - in due giorni. In realtà erano programmati due accampamenti notturni ma Gietl ha raggiunto prima del previsto il sacco da bivacco che aveva depositato tra la Cima Ovest e la Cima Grande. È salito più velocemente rispetto al programma e il secondo bivacco non è stato necessario.
L'imprevisto del vento
Trattandosi di un progetto invernale, il clima era naturalmente un fattore centrale che poteva avere un'influenza significativa sul corso dell'impresa. La matttina del 23 febbraio, i forti venti da nord-ovest hanno reso difficile raggiungere la Cima Ovest, ma è andata comunque bene. La forte motivazione di Gietl ha permesso di fare qualche tiro in più attraverso la via Dülfer rendendo già possibile il giorno successivo la traversata delle Tre Cime.
La neve sul viso
Dopo il bivacco, Gietl ha proseguito il suo percorso al mattino presto, accompagnato da una leggera nevicata. Sapeva che il "cammino" davanti a lui era ancora lungo ma, nonostante le condizioni meteorologiche non ideali e le energie in calo, la concentrazione doveva rimanere al massimo! Già prima di mezzogiorno la Cima Piccola era stata attraversata, il percorso continuava sulla parete nord (Innerkofler-Führe) fino alla sella tra la Cima Piccola e Punta Frida, più in basso fino alla Nervenschlucht.
Le lacrime al traguardo
Ora lo attendeva l'ultima sfida dell'arrampicata: la Torre Preuss e, alle 14:00, Simon l'ha raggiunta con le lacrime agli occhi, di gioia ovviamente, a 2.700 metri. Dopo questo grande traguardo non restava che scendere e verso le 15:00 Gietl ha raggiunto di nuovo la "terra ferma". La traversata in solitaria era stata un successo e gli era riuscita in meno tempo del previsto!
Simon e la montagna
Per gli alpinisti la montagna non è solo l'ambiente per le proprie sfide, ma è anche un ambiente per la crescita personale e l'equilibrio interiore. Per Gietl le ore intense, spesso trascorse in situazioni pericolose, sono fasi importanti dell'"immergersi in sé stessi": questi viaggi interiori sono essenziali per ottenere grandi cose. Per l'alpinista Simon Gietl, l'alpinismo è la definizione della vita: le scalate sono momenti di successo che difficilmente possono essere superati in intensità, soprattutto quando in solitaria.
Avevo semplicemente bisogno di un po' di tempo per me stesso e volevo fare esattamente quello che amo fare.
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